Una mostra per (ri)scoprire i Longobardi

Nelle ampie sale al primo piano del Granaio di Villa Greppi, una mostra esporrà un centinaio di riproduzioni di armi, gioielli, oggetti d'uso e preziosi dell'epoca longobarda (VI-VIII sec. d.C.).

 

Si tratta di spade, punte di frecce e di lancia, sax (spada corta), pugnali, umboni di scudi che facevano parte del corredo dei guerrieri, presso i Longobardi particolarmente importanti.   

 

Ci sono poi coloratissime collane in pasta vitrea, fibule (spille), orecchini e anelli che rappresentavano un ornamento ma anche uno status symbol in grado di ostentare la ricchezza del proprietario.   Soprattutto se erano d'oro, come le crocette riccamente decorate che venivano poste sui sudari dei defunti, oppure i celebri "anelli sigillo" con cui i gastaldi (funzionari regi) esercitavano il potere in nome e per conto dei sovrani.

Presenti infine gli oggetti della vita quotidiana: pettini d'osso, teste di asce, cesoie... 

 

I manufatti, fedeli in tutto e per tutti agli originali presenti nei musei (molti sono stati rinvenuti in contesti lombardi come Trezzo sull'Adda), sono stati riprodotti dagli artigiani del GASAC, tra i più rinomati del settore, che da anni vantano numerose collaborazioni con enti, musei, soprintendenze e istituzioni  in tutta Italia e all'estero. 

 

Il percorso della mostra, curato dalla medievista dott.ssa Elena Percivaldi, è arricchito da ambientazioni e manichini interamente vestiti con abiti, armi e oggetti ricostruiti con cura e precisione scientifica.

 

Alle pareti, pannelli esplicativi riccamente illustrati ripercorreranno la storia dei Longobardi dalle mitiche origini alla fine del regno con la conquista di Carlo Magno (anno 774) e chiariranno tutti gli aspetti della società: dalla religione all'organizzazione, dalle leggi alla ritualità, dal culto dei morti  alla scrittura. 

 

Ampio spazio verrà dato anche ai singoli aspetti della vita quotidiana: cosa mangiavano i Longobardi? Come si vestivano? Come combattevano? 

 

L'esposizione vuole dunque aiutare il visitatore a comprendere come e perché questa popolazione sia stata così importante nella storia del nostro Paese. Ma si prefigge anche lo scopo di mostrare l'eredità che i Longobardi ci hanno lasciato: nelle lingue locali, nella toponomastica, nelle abitudini, nel diritto e nella mentalità.  Tracciando un percorso che dal Medioevo arriva fino ai giorni nostri. 

 

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